TEMPERANCE, Michele Guaitoli: "Confrontarsi con nuove esperienze, sono cose che stimolano"


Rispondono Michele Guaitoli (voce) e Alessia Scolletti (voce): 

“Of Jupiter And Moons” è il titolo del vostro nuovo lavoro in studio. Perché questa scelta?

Michele: I Temperance hanno da sempre avuto un grosso legame con astronomia ed astrologia. Pensiamo a pezzi come “At the edge of space”, alle precedenti copertine o agli artwork legati alla band dove il tema dello spazio viene spesso richiamato. E’ un mondo che affascina sia i vecchi…che i nuovi componenti della band. Giove è un pianeta che tutt’ora è ricco di misteri, poco esplorato e poco conosciuto…e come ogni cosa misteriosa, crea un interesse “speciale” nell’uomo, o quanto meno in noi. Nella tradizione Giove è stato simbolo di potere (Giove era il principale Dio dell’Olimpo), fulcro di molte religioni, portatore di controllo e di saggezza. Come per la Terra la Luna è un elemento fondamentale sia scientificamente che a livello mitologico, abbiamo pensato che tutti questi concetti non si potessero limitare solamente a Giove in sé e per sé, escludendo i suoi satelliti…da qui “Of Jupiter and Moons”: un salto in un mondo etereo che abbiamo voluto esplorare con la nostra fantasia. 


E' il primo dopo alcuni cambi di formazione. Quali novità quindi presenta questo nuovo disco se ci focalizziamo sull'aspetto musicale?

Alessia: Quello che si può subito notare dopo appena un ascolto dell’intero lavoro è come l’attenzione non si concentri più soltanto su una voce, ma si distribuisca equamente tra le tre voci presenti nei brani: con l’ingresso in formazione mio e di Michele, l’idea di tutti è stata appunto quella di “giocare” con le vocalità a disposizione creando armonie, scambi e accostamenti dei diversi stili…ci siamo divertiti molto! Per quanto riguarda l’aspetto compositivo “Of Jupiter and Moons” fa delle melodie e dei ritornelli il suo punto di forza: ogni brano è capace di catturare e farsi cantare immediatamente, forte anche di una solida sezione ritmica.

Che correlazione c'è tra il titolo e la copertina del disco? Chi si è occupato dell'artwork?

Michele: L’artista che si è occupato di realizzare questa magnifica opera è Yann Souetre, che già ha lavorato con Ayreon ed altri importanti nomi nel settore. A lui abbiamo davvero dato carta bianca, chiedendogli di lasciarsi ispirare dal titolo e dal “concept”. La correlazione è ovviamente totale. Seguendo quanto ci ha spiegato Yann, nella sua visione vediamo questa creatura divina che, su una luna, punta Giove per imporre il suo dominio su quello che è il simbolo del dominio e del controllo. Si può tra l’altro creare un collegamento su quello che sta succedendo oggi sulla terra: l’essere umano è la creatura che, non curante del futuro, si impone pesantemente sulla terra per dominarla. 


Restando sugli ultimi lavori targati Temperance, quali sono le differenze tra Of Jupiter And Moons e The Earth Embraces Us All?

Alessia: Per i Temperance “The Earth Embraces Us All” ha rappresentato l’album della sperimentazione, uno step molto importante per il percorso di ogni band. Con “Of Jupiter and Moons” si è volutamente scelto di mettere da parte la componente progressive del predecessore per dare spazio a brani più diretti e di minore durata. La componente elettronica, da sempre importante nel sound del gruppo, è diminuita, dando spazio a strumenti acustici che abbiamo avuto la fortuna di poter registrare davvero: qui potete sentire violini, un pianoforte ed un organo Hammond non digitali, facendo risaltare la purezza e la bellezza del suono reale di questi strumenti.

Tra stesura dei brani e registrazione, quanto tempo è passato?

Michele: In realtà i brani sono stati composti al 100% da Marco, quindi quando siamo entrati in formazione tutto il lavoro compositivo era pronto. Io ed Alessia abbiamo semplicemente “completato” il lavoro già pronto scrivendone i testi e contribuendo al lavoro di arrangiamento per quanto riguarda le orchestrazioni e le parti elettroniche. Nei mesi di Gennaio e Febbraio sono state fatte le registrazioni, chiaramente prima delle parti strumentali e poi quelle vocali. 


Quale studio avete scelto per registrarlo e perché?

Michele: Per quanto riguarda il mixaggio e il mastering, ossia le due componenti più importanti in assoluto nella produzione del disco, abbiamo affidato il lavoro a Jacob Hansen, fonico Danese che tra i vari lavori ha curato Amaranthe, Volbeat e molti altri grandi nomi del settore. La scelta è stata di rivolgerci a lui per più motivi: in primis per provare l’esperienza di lavorare con un nome straniero, di rilievo. Eravamo incuriositi non solo dall’importanza del nome, ma anche dalla voglia di scoprire ed affrontare un metodo di lavoro differente da quelli che nel nostro passato avevamo già affrontato. In più confrontarsi con nuove esperienze, cambiare e sperimentare sono cose che stimolano sempre. Alfonso e Marco tra l’altro sono andati sul posto per le riprese di batteria e per conoscersi di persona, e parlano tutt’ora delle ore trascorse con Jacob come una delle esperienze più belle e gratificanti del loro percorso musicale. Inutile dire che siamo soddisfatti al 100% del risultato. 

Ci sarà un tour con delle date live? 

Alessia: I primi appuntamenti che porteranno questo disco in sede live sono stati annunciati, altri stanno per essere confermati. Partiremo il weekend del 20 e 21 Aprile con una trasferta svedese a Stoccolma e Borlänge, dove condivideremo il palco con i Cryonic Temple. La prima data Italiana sarà alle Officine Sonore di Vercelli il 27 Aprile, per il Release Party, dove per l’occasione ci saranno anche gli amici Frozen Crown con noi. Da qui inizieremo una serie di date che dal 27 Aprile al 6 Maggio ci porterà in Francia, Belgio e Regno Unito. Altre date singole sono già state definite tra Italia, Repubblica Ceca ed Ungheria tra Maggio e Giugno…ma ovviamente come di consueto per questa band, la vita “on the road” è una priorità. Non mancheranno annunci in merito. 


Da poco è uscito anche il vostro live. Come è stato accolto?

Alessia: Come probabilmente saprete io e Michele abbiamo partecipato allo spettacolo in veste di coristi, ma quello che abbiamo visto è stato un feedback davvero positivo. C’è da dire poi che lo show al Teatro Sociale di Alba è stato un passo importantissimo per la band, non solo per le riprese del primo live-DVD ma anche perché ha potuto creare una situazione musicale unica dove la musica è stata messa in primo piano sotto ogni punto di vista. Per una band come i Temperance potersi proporre con un quartetto d’archi, dei coristi, il coro di voci bianche e realizzare uno spettacolo con così tanti elementi live, quando normalmente si è costretti ad inserire “nei samples” le tracce pre-registrate…è davvero gratificante. 

Dopo quattro album in studio, musicalmente come possono essere etichettati i Temperance?

Michele & Alessia: Tutti nella band crediamo che le etichette siano una necessità che trova il suo perché solamente nei negozi di dischi o nelle ricerche sulle piattaforme di streaming. Ogni band dovrebbe vivere di una propria personalità e dovrebbe portare avanti una sua identità che, se catalogata, verrebbe sminuita. Non avrebbe senso pensare ai Symphony X come band “prog metal”, o agli Avantasia come “power metal” perché se poi confrontati con i Dream Theater (i primi) o con i Sonata Arctica (i secondi) ci troviamo di fronte a proposte musicali molto diverse (si tratta ovviamente di esempi). I Temperance di oggi sono una band che offre tre voci pulite, “melodiche”, a supporto di un sound che a volte è più “heavy” a volte si affaccia al rock e all’hard rock, a volte tocca persino il pop. Le etichette sono proprio quello che non vogliamo associare al nostro nome, per non porci dei limiti musicali di alcun tipo.

Maurizio Mazzarella